Breve storia di Airbnb

La storia di Airbnb sembra un racconto, avventuroso e romantico, che iniziò in questo secolo, nel non troppo lontano 2007, a Los Angeles. Racconto avventuroso perché l’inizio e la trasformazione di una esperienza super-low-cost di ospitalità tra giovani  si moltiplicò all’infinito, e diede luce a una società solida e sana con una valutazione economica superiore a 24 miliardi di dollari USA, non lontana da quella delle maggiori catene mondiali di hotel come Hilton o IHC.

Come tutte le start-up, la “Airbedandbreakfast.com” non ebbe un inizio facile perché  il rischio di insuccesso o di non decollo era alto, ma negli USA si trova più facilmente che in Europa un finanziamento per far partire seriamente una start-up e i tre giovanissimi (Joe Gebbia, Nathan Blecharczyk e Brian Chesky) trovarono chi credette in loro e mostrarono il loro formidabile lato imprenditore.

Racconto romantico perché grazie alla tenacia, bravura, intuito e …. fortuna dei 3 soci fondatori la semplice e un po’ rockettara condivisione del materassino ad aria nel salotto di casa diventò in pochi anni una realtà consolidata, mondiale e con veri e propri letti, stanze, appartamenti, barche, immobili di lusso, giardini, tende e anche castelli con attore un nuovo network di appassionati che ha travalicato i confini, religioni, abitudini, età.

Airbnb, servizio web che mette in contatto privati con alloggi da affittare e persone alla ricerca di sistemazioni per brevi o medi periodi, ora è attivo in quasi tutto il globo e conta oltre 2 milioni di annunci in tutto il mondo in 34.000 città,  in grande crescita anno su anno.

Solo in Italia – secondo quanto riportato dalla Stampa lo scorso 7 luglio 2015 – Airbnb conta 150.000 alloggi e in un anno è cresciuto del 99%. Il nostro Paese è il terzo al mondo per giro d’affari dopo Stati Uniti e Francia e gli stranieri che lo utilizzano in un anno sono cresciuti del 141%. Solo a Milano l’effetto Expo ha determinato un +293%. Cifre che parlano da sole.

L’aspetto più romantico di Airbnb è qualcosa di più del solo viaggiare, è conoscere e instaurare relazioni umane, diventare un insider nel paese straniero, ma anche essere meno straniero all’estero. E così Airbnb ha dato voce e volto ad un pacifico movimento popolare di gente, turisti, businessmen, studenti, famiglie, talvolta nella doppia veste di ospitanti e ospitati (i cosidetti “host” e “guest”), che si muove per i continenti entrando nelle case e vivendo da vicino una esperienza nel Paese che hanno scelto.

I vantaggi non sono solo questi: il costo di un soggiorno con Airbnb è normalmente più basso di un hotel di medio livello, l’accoglienza dei padroni di casa è insostituibile per creare una relazione che negli hotel non è possibile, per raccomandare un ristorante tipico o un negozio davvero unico mai menzionato dalle guide, o per indirizzare i turisti in un tour inedito della città.

Leggere il profilo dei tuoi affittuari e scoprire che si ha un hobby in comune nonostante le migliaia di km di distanza, ci fa sentire meno spaesati, meno stranieri e attiva la conversazione. Infatti “Belong Anywhere” (è un concetto: sentirsi a casa propria ovunque) è il nuovo claim/mantra di Airbnb, e mai parole furono più potenti per esprimere questa sensazione.

Airbnb è in costante evoluzione per offrire forme di soggiorno sempre più aderenti alle richieste dei viaggiatori, aiutando concretamente gli host nel loro percorso di micro-imprenditorialità. E non dimentichiamo l’indotto generato da questo tipo di attività : la nascita di nuove agenzie di servizi, evoluzione delle società di pulizie in grado di rispondere alle richieste di chi non può/vuole occuparsi della gestione degli appartamenti in affitto temporaneo e così via.

In un prossimo futuro ci saranno convenzioni globali o nazionali con altre aziende di servizi e/o prodotti che potranno ricreare le abitudini locali degli affittuari là dove sono in viaggio (vuoi mettere un sabato sera nella casa mangiando tutti insieme la pizza con il delivery di PizzaHut, con uno sconto speciale per i clienti Airbnb?). Non inorridite, una cena italiana offerta ai guest sarà indubbiamente più apprezzata, si tratta di fare esempi concreti di convenzioni facilmente erogabili su piattaforma digitale.

Da tempo si discute dell’impatto che Airbnb ha avuto e avrà sul settore turistico e alberghiero e alcuni hanno ipotizzato che questo servizio possa diventare un nuovo canale di distribuzione per gli hotel. Insomma, il bello deve ancora venire, ma i nostri tre giovani soci fondatori sono pieni di idee e progetti, non ci deluderanno.

In chiusura, voglio portarvi a riflettere su un punto che mi ha veramente colpito nella sua semplicità e profondità. Credo che valga la pena riflettere un minuto sul valore di una attività elementare come affittare una stanza di casa propria in un momento di crisi economica come quello in cui ci troviamo da qualche anno.

Per una famiglia di coniugi pensionati o per la coppia con la sindrome del “nido vuoto”,  la stanza inutilizzata del figlio adulto diventa un piccolo capitale che può fruttare qualche profitto. Così la coppia si trasforma in piccolissimo imprenditore, prende energie dal rinfrescare le lingue straniere per comunicare con gli ospiti, può offrire un buon breakfast tradizionale cucinato con amore e fantasia, può arrotondare la pensione o trovare qualche finanziamento per i suoi hobby o viaggi. Non è un grande valore sociale questo?